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Les Paul Custom Classic considerazioni


GuidoBlackmore

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Infatti se sentite la prova vi accorgete subito che quello che è più evidente è la differenza di attacco fra i due strumenti: la chitarra con tastiera in palissandro ha un attacco più lento, che si traduce con un timbro meno "snappy" dell'altra. Normalmente questo basta per tradurre la timbrica come "più scura" senza poi andare a verificare come la composizione spettrale del suono sia distribuita diversamente, ma sostanzialmente rimane indentica. Come dice Rick, un confronto più preciso andrebbe fatto bypassando totalmente i controlli(per es. montando dei pot "no-load" ai toni che escludono il circuto quando aperti al massimo).

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Ok per le ulteriori delucidazioni; ma quello che mi incuriosisce e' il "come" Leo & Company sentivano tali variazioni sonore, ad orecchio o con l' ausilio di apparecchiature ?

 

Beh, i "dead spots" li senti ad orecchio, eccome...

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Beh, i "dead spots" li senti ad orecchio, eccome...

 

 

^^

Quando senti una nota che "cade" dopo 2 secondi rispetto ad altre... [biggrin]

Si, questo lo sapevo e grazie comunque.

 

La mia domanda era riferita alle differenze tra i manici, domanda che replico per non fare confusione:

 

Matteo,

tutto molto interessante ed affascinante.

Quello di cui non mi capacito e' come Leo potesse accorgersi di queste "differenze sonore", era tutta questione di orecchio musicale ?

Oppure gia' allora esistevano apparecchiature elettroniche in caso di misurare queste variazioni ?

Mi sembra di aver capito che si sta parlando di differenze sonore minime e non percepibili da tutti, o no ?

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Non capisco..se parli di differenze intrinseche dei legni sui vari accoppiamenti di manico e tastiera perchè Leo Fender non avrebbe dovuto sentirle? Cioè, un buon orecchio è un buon orecchio nel 1940 come nel 2011..se ci sono differenze reali certo che le avrà sentite, anche se più che altro penso alle varie scelte di legni come necessità economiche.

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Non capisco..se parli di differenze intrinseche dei legni sui vari accoppiamenti di manico e tastiera perchè Leo Fender non avrebbe dovuto sentirle? Cioè, un buon orecchio è un buon orecchio nel 1940 come nel 2011..se ci sono differenze reali certo che le avrà sentite, anche se più che altro penso alle varie scelte di legni come necessità economiche.

Oh la peppa, non riesco a farmi capire ](*,)

 

Leo Fender aveva un orecchio cosi' sopraffino da sentire una differenza di suono di un manico a tal punto da farlo tagliare a meta' e poi reincollarlo ?

Oppure usava qualche apparecchiatura elettronica dell' epoca ?

 

Non e' assolutamente una critica a Leo; ma solo una mia curiosita'.

L' orecchio umano e' in grado di percepire tali minime sfumature ?

 

Tieni presente chi ti scrive non ha un buon udito (patologia); infatti benche' abbia una tastiera in ebano Gib, una tastiera in palissandro Gib ed una tastiera in palissandro Fen, NON ho mai espresso pareri su eventuali differenze di sonorita' che possono esserci tra di loro.

 

Leo era in grado di farlo ? Se, si complimenti.

 

Spero di essermi spiegato [biggrin]

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Oh la peppa, non riesco a farmi capire ](*,)

 

Leo Fender aveva un orecchio cosi' sopraffino da sentire una differenza di suono di un manico a tal punto da farlo tagliare a meta' e poi reincollarlo ?

Oppure usava qualche apparecchiatura elettronica dell' epoca ?

 

Non e' assolutamente una critica a Leo; ma solo una mia curiosita'.

L' orecchio umano e' in grado di percepire tali minime sfumature ?

Tieni presente chi ti scrive non ha un buon udito (patologia); infatti benche' abbia una tastiera in ebano Gib, una tastiera in palissandro Gib ed una tastiera in palissandro Fen, NON ho mai espresso pareri su eventuali differenze di sonorita' che possono esserci tra di loro.

Leo era in grado di farlo ? Se, si complimenti.

Spero di essermi spiegato [biggrin]

 

Ecco, mi mancava la parte in grassetto :)

 

Anche li..secondo me è questione economica, più che altro...a finezze del genere ci credo poco, come chi sente differenza tra le pile dei pedali..insomma, da realtà a "misticismo" (per non dire pugnette mentali) c'è una linea che ogni tanto viene oltrepassata. Come tra i vari tipi di legni, per dire dal palissandro brasiliano a quello indiano..per me palissandro sono, non so riconoscerli, se non visivamente (e poi e poi...mica son un liutaio esperto di legni)

Finchè si parla di legno ok, è provato che questi influiscono, ma se si discute del "manico pezzo unico d'acero o maple cap"... Non so neanche se ci sia una differenza [mellow]

 

(io non ho l'orecchio assoluto, ma certe cose le sento, nel mio piccolo)

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Leo in particolare non credo, ma teniamo conto che aveva compagni del calibro di Fullerton e Tavares.

Poi c'è da dire che il maple cap era nato semplicemente per esigenze di standardizzazione, in modo tale da offrire la finitura maple utilizzando i manici predisposti per le tastiere in rosewood.

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Facciamo una piccola digressione storica.

 

Leo Fender usava gli strumenti che aveva a disposizione e che sapeva usare per la sua formazione da elettrotecnico, ovvero in primis il tester e l'oscilloscopio, che non mancavano mai sul suo banco di lavoro(si possono ancora adesso ammirare nel suo ufficio - lasciato così com'era il giorno della sua morte - all'interno della fabbrica G&L di Fullerton). Oltre a questi, nel tempo si era costruito numerosi utensili custom, come l'ormai famigerato tagliere con manico da chitarra sul quale avvitava i prototipi dei pickups da provare... Comunque non è questo il punto: il Leo Fender dei tempi d'oro più che altro ascoltava le considerazioni dei suoi collaboratori e soprattutto dei musicisti ai quali affidava gli strumenti che stava per immettere sul mercato. Già ai tempi della Esquire aveva messo in mano prototipi, esemplari di pre serie e strumenti finiti ai migliori musicisti country e blues della zona(egli, come George Fullerton, non ha mai tenuto in grossa considerazione i musicisti rock...) e ne aveva raccolto i pareri per migliorarli costantemente.

Qui si apre poi una gustosa parentesi: sembra che il minor successo degli strumenti successivi all'era Fender sia dovuto al fatto che l'ego del buon Leo era cresciuto in maniera tale da voler fare tutto da solo dando meno spazio ai suoi collaboratori, e che complice un progressivo deterioramento del suo udito che gli faceva perdere la cognizione delle frequenze acute le sue creazioni abbiano quest'ultime un po' troppo enfatizzate rispetto alla produzione precedente...

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Facciamo una piccola digressione storica.

 

Leo Fender usava gli strumenti che aveva a disposizione e che sapeva usare per la sua formazione da elettrotecnico, ovvero in primis il tester e l'oscilloscopio, che non mancavano mai sul suo banco di lavoro(si possono ancora adesso ammirare nel suo ufficio - lasciato così com'era il giorno della sua morte - all'interno della fabbrica G&L di Fullerton). Oltre a questi, nel tempo si era costruito numerosi utensili custom, come l'ormai famigerato tagliere con manico da chitarra sul quale avvitava i prototipi dei pickups da provare... Comunque non è questo il punto: il Leo Fender dei tempi d'oro più che altro ascoltava le considerazioni dei suoi collaboratori e soprattutto dei musicisti ai quali affidava gli strumenti che stava per immettere sul mercato. Già ai tempi della Esquire aveva messo in mano prototipi, esemplari di pre serie e strumenti finiti ai migliori musicisti country e blues della zona(egli, come George Fullerton, non ha mai tenuto in grossa considerazione i musicisti rock...) e ne aveva raccolto i pareri per migliorarli costantemente.

Qui si apre poi una gustosa parentesi: sembra che il minor successo degli strumenti successivi all'era Fender sia dovuto al fatto che l'ego del buon Leo era cresciuto in maniera tale da voler fare tutto da solo dando meno spazio ai suoi collaboratori, e che complice un progressivo deterioramento del suo udito che gli faceva perdere la cognizione delle frequenze acute le sue creazioni abbiano quest'ultime un po' troppo enfatizzate rispetto alla produzione precedente...

Ostia Matteo,

thank you, proprio quello a cui mi riferivo, l' ORECCHIO di Leo.

Avendo anch' io un problema sulle frequenze alte trovo strano che possa esistere un orecchio cosi' fino (ndr. il cosiddetto orecchio assoluto) che chiuso in una stanza buia e suonando diverse chitarre senza vederne il manico, riesca a dire di che essensa si tratti la loro tastiera; ma… e' un problema mio ed a quanto pare tale problema ha investito anche Leo con l' andare degli anni.

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Come tra i vari tipi di legni, per dire dal palissandro brasiliano a quello indiano..per me palissandro sono, non so riconoscerli, se non visivamente (e poi e poi...mica son un liutaio esperto di legni)

 

Mi ricordo che diversi anni fa stavo discutendo via email con un caro amico sulle creazioni di Roberto Pistolesi, l'unico vero grande genio dello strumento elettrico che abbiamo mai avuto in Italia e che ci ha lasciato troppo, troppo presto...

 

Questo amico ha la fortuna di possedere diverse chitarre realizzate da Roberto, e per una di queste ci discusse(anche arrivando quasi alla litigata, come il carattere sanguigno del toscanaccio genio di Santa Croce faceva ben prevedere...) per più di un anno. Al momento di decidere il legno per la tastiera mi raccontò che Roberto prese due pezzetti di palissandro, uno brasiliano ed uno indiano, e li lasciò cadere per terra: quello indiano fece "toc", quello brasiliano fece "dinnn...".

Ora, penso anche io che la differenza sia veramente ma veramente labile per non dire inesistente quando si parla di chitarre elettriche attaccate ad un amplificatore, ma le due essenze condividono solo parte del nome in comune. Più che altro, sapevo che il palissandro brasiliano contiene all'interno molto olio che agisce da lubrificante naturale e consente di avere una tastiera sempre morbida e scorrevole al tatto.

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Ostia Matteo,

thank you, proprio quello a cui mi riferivo, l' ORECCHIO di Leo.

Avendo anch' io un problema sulle frequenze alte trovo strano che possa esistere un orecchio cosi' fino (ndr. il cosiddetto orecchio assoluto)

 

Attenzione! Una cosa è il saper riconoscere ed identificare le varie frequenze(che è ottenibile anche con l'allenamento e può essere raggiunta anche da coloro che hanno problemi, come te ed anche me), un conto è avere l'"orecchio assoluto", che è la capacità di riconoscere istantaneamente qualsiasi nota udita ed è un qualcosa di innato e legato più ai misteriosi meccanismi del cervello che non alle reali capacità dell'apparato uditivo...

 

E visto che quest'anno sono esattamente 20 anni che il buon Leo non è più tra noi, almeno gli ultimi giorni del 2011 voglio omaggiarlo così:

 

Leo-Beginning.jpg

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Attenzione! Una cosa è il saper riconoscere ed identificare le varie frequenze(che è ottenibile anche con l'allenamento e può essere raggiunta anche da coloro che hanno problemi, come te ed anche me), un conto è avere l'"orecchio assoluto", che è la capacità di riconoscere istantaneamente qualsiasi nota udita ed è un qualcosa di innato e legato più ai misteriosi meccanismi del cervello che non alle reali capacità dell'apparato uditivo...

 

E visto che quest'anno sono esattamente 20 anni che il buon Leo non è più tra noi, almeno gli ultimi giorni del 2011 voglio omaggiarlo così:

 

Leo-Beginning.jpg

Infatti anchio sapevo così, e mi dicevo "ostia, non sapevo che l'orecchio assoluto sgamava anche tutte le frequenze" :D

 

comunque, tornando al signore in foto lì sopra... ho letto diversi articoli, soprattutto su Accordo.it (che avrai letto sicuramente anche tu), ove lui dopo aver lasciato alla CBS il pianeta Fender ed aver messo su assieme a Fullerton la nuova e gloriosa azienda, non è che parlasse così bene dei suoi prodotti precedenti, soprattutti quelli dell'era storica... Se non ricordo male, mi pare fu di Alberto l'articolo in cui diceva di averlo incontrato forse a un NAMM, e che stringendogli la mano, gli disse "Sai Leo, possiedo una chitarra fatta proprio da te!" e lui rispose "Ah davvero? e suona ancora??" :D

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Se non ricordo male, mi pare fu di Alberto l'articolo in cui diceva di averlo incontrato forse a un NAMM, e che stringendogli la mano, gli disse "Sai Leo, possiedo una chitarra fatta proprio da te!" e lui rispose "Ah davvero? e suona ancora??" :D

 

Alberto ha avuto la fortuna di intervistarlo. Comunque Leo non solo non sapeva della "febbre" che circondava i suoi strumenti della prima ora, ma neanche dei musicisti che avevano contribuito a renderli mitici: ignorava bellamente chi fossero Hendrix e Pastorius...

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Alberto ha avuto la fortuna di intervistarlo. Comunque Leo non solo non sapeva della "febbre" che circondava i suoi strumenti della prima ora, ma neanche dei musicisti che avevano contribuito a renderli mitici: ignorava bellamente chi fossero Hendrix e Pastorius...

il che rende ancora più aulica e poetica la vita e le opere di quell'uomo [thumbup]

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  • 2 years later...

 

Che poi, come ho gia detto, probabilmente 1400 euri è il prezzo giusto per quella classic custom. La fregatura sarebbe più quella del furbetto che tenta di vendertela usata a 1800 spacciandotela per un Custom.

 

... e quasi tre anni dopo...

 

My link

 

Profetico Moscone!!!

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cos'è che aveva la custom classic di "economico" a parte tastiera ed inlays, che non mi ricordo più? :unsure:

 

comunque si, purtroppo questo modello rende facile il gabbare coloro che non lo conoscono... [cursing]

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Che poi, a prescindere, io continuo a trovarla interessante, soprattutto la goldtop che rimane un mio pallino di sempre (uno sballo in livrea Custom con plastiche nere), solo che come al solito il mercato dell'usato Gibson ha "regole" tutte sue...

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Che poi, a prescindere, io continuo a trovarla interessante, soprattutto la goldtop che rimane un mio pallino di sempre (uno sballo in livrea Custom con plastiche nere), solo che come al solito il mercato dell'usato Gibson ha "regole" tutte sue...

Ti quoto di brutto. GT e anche natural. E i 57' e un manico slim che è una goduria.

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