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Gibson Brands Forums

Perché devo acquistare una Le Paul?


Liutaiopazzo

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Se mi regali tu uno Shure da piazzare davanti al cono, una scheda audio buona e mi fornisci un programma decente posso eventualmente tentare di registrare. Un cane che raspa sulle corde per tirare fuori una specie di Highway Star va sempre bene, no? [biggrin]

 

Altrimenti, appena quando avremo il cantante, ti recapiterò le coordinate di qualche nostro live, birra offerta [flapper]

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Leo fender usava anche il frassino bello secco americano, e poi l ontanpo sempre americano, e il palissandro brasiliano per le tastiere, l acero usava solo la qualità hard maple, e quando hanno cambiato molte di queste cose comprese le vernici alla nitro il risultato penso sia chiaro a tutti, sarebbe stato semplice allora mettere tutta merda e continuare a mettere gli stessi pick up... ma non suonavano più le chitarre, lo sai perchè ? lo sai come hanno iniziato ad usare in fender i pick up attivi ? perchè avevano i magazzini pieni di quelle strato che nessuno voleva più e così studiarono un sistema per farle suonare di più... pensi che se potevano risparmiare su tutto e poi coi pick up risolvere la questione non l avrebbero fatto ??? invece per tornare a quei suoni hanno dovuto ricominciare a farle uguale, ma ripeto...... io non volgio convincere nessuno e tantomeno ce l ho con la vostra rispettabile idea, ma nemmeno potete obbligarmi a pensarla come voi, no??? io continuerò a comprare ciò che ritengo giusto e voi farete lo stesso, il limoncello poiace a tutti??? bene, ci accorderemo sul come sbronzarci allora..... [lol]

 

e Leo dopo qualche anno di CBS se ne andò perchè gli faceva cagare la roba che avevano iniziato a fare e che nemmeno i suoi magici pick up (nemmeno quelli di abigail) riuscivano a far suonare. [flapper]

 

Scusa se intervengo ma qui sei parecchio disinformato.

 

Leggi i libri scritti da Forrest White(in Fender dal 1954 al 1966 e successivamente suo compagno alla Music Man) e le interviste rilasciate da George Fullerton(che non sto a spiegare chi sia...). Ci sono scritte molte delle cose che se qualcuno si fosse preso la briga di leggere(e non mi riferisco a te, ma a quei personaggi che tendenziosamente mettono in giro certe voci in modo da alterare il mercato del vintage nostrano facendo gonfiare la valutazione di alcuni esemplari in loro possesso millantando crediti che in realta' non possiedono.

 

1) Leo Fender per le sue chitarre ha usato pino(i prototipi Broadcaster erano di questo legno), ontano, frassino, ma anche pioppo(la mia Duo Sonic originale del 1957 e' in questo legno e Leo commercializzo' effettivamente alcuni esemplari di Stratocaster perche' aveva intenzione di usarlo come sostituto dell'ontano per motivi puramente economici) , tiglio e persino plexiglas. Qualsiasi cosa avesse aiutato a fare vendere le sue chitarre, Leo la prendeva in considerazione.

 

2) Le prime lapsteels marchiate K&F erano verniciate con uno smalto grigio a base di piombo(!). Successivamente, dal 1948 al 1955(anno delle prime sperimentazioni con i custom colors) le chitarre venivano trattate con il "sapone"(miscela di stearato di zinco e nitro che veniva stesa in grande quantita' e poi carteggiata a mano). Quando si resero conto che i colori DuPont che componevano le prime tinte "non sunburst" mal reagivano con lo stearato di zinco, si passo' all'Homoclad, un prodotto a base oleosa prodotto(ancora oggi) dalla Sherwin Williams che arrivava in fusti da 55 galloni ed in cui i corpi venivano immersi. Lasciato essiccare, formava una barriera dura ed impenetrabile e dopo averlo carteggiato lo si spruzzava con il fondo(usualmente il colore Desert Sand, la tinta primaria per i modelli student). All'inizio degli anni '60, per poter velocizzare il processo di turaggio dei pori, carteggiatura e verniciatura Leo suggeri' di passare ad un prodotto a base PLASTICA(ossia POLIESTERE) chiamato Fullerplast. Quindi ben prima che Leo lasciasse l'azienda ogni Fender prodotta, sotto la colorazione, era ricoperta da uno strato di poliestere. Stesso discorso per il palissando indiano al posto del brasiliano: si incomincio' ad usare l'indiano ben prima della vendita dell'azienda alla CBS, ed anche se il passaggio totale all'indiano si ebbe intorno al 1965, ci sono molti esemplari pre-CBS che hanno la tastiera in indiano.

 

3) Leo Fender non era un liutaio, bensi' un elettrotecnico sopraffino e quindi la sua ricerca personale era rivolta al miglioramento dei pickups e dell'elettronica in generale. I suoi primi esemplari di Esquire(meno di 50 in tutto) furono costruiti - su sua indicazione - con un grosso manico senza truss-rod, con i tasti inseriti direttamente nella tastiera, per facilitare l'eventuale sostituzione di tutto il pezzo da parte del musicista in caso di problemi. Un'idea tanto pratica quanto fallimentare, dal momento che quasi tutti i manici furono sostituiti in garanzia perche' si piegavano... Da questo momento in poi, tutte le Fender montarono il truss-rod. Racconta ancora Forrest White che Leo passava giornate intere(era infatti uno stakanovista che stava in fabbrica quasi 24 su 24, festivi compresi) a pizzicare le corde di una chitarra completamente scordata lavorando sulla risposta dei pickups, rompendo i timpani agli altri impiegati finche' qualcuno, pietosamente, gliela accordava...

 

6) Vorrei rammentare che Fender arrivo' buona ultima nella realizzazione delle circuitazioni attive(1983), che i pickups della serie Elite NON ERANO LONTANAMENTE NEANCHE PARENTI DELLE UNITA' MONTATE IN PRECEDENZA e che l'elettronica attiva(per altro sperimentata quasi un decennio prima proprio da Leo Fender sulla Stingray I) non era un mezzo "per fare suonare di piu'" strumenti che non suonavano(il che e' tutto da dimostrare...), ma per garantire maggior controllo sulla sorgente sonora. Purtroppo quella serie aveva altri problemi, primo fra tutti l'orrendo ponte FreeFlyte con le corde montate in superficie.

 

7) Fender non ha mai avuto "magazzini pieni di roba" invenduta, specialmente nel periodo CBS. Il problema e' sempre stato l'opposto: ordini inevasi per pianificazioni commerciali mai effettuate, lavoro frettoloso per sopperire al backlog che comporto' manici montati approssimativamente, verniciature spesse un dito, etc...

 

8) Leo Fender non se ne ando' perche' "gli faceva schifo quella roba", ma perche' era gravemente ammalato. Egli era infatti affetto da un'infezione cronica dei setti paranasali che lo aveva ridotto ad uno straccio, per cui penso' di ritirarsi e andare in pensione anticipatamente. La vendita alla CBS fu in qualche modo "costretta" da queste vicende personali e la multinazionale pago' una cifra assolutamente folle(a quei tempi) per accaparrarsi l'azienda, riuscendo pero' a sbarazzarsi di Leo al quale fu fatta firmare una clausola di non competitivita' di durata decennale. Successivamente Leo sperimento' un nuovo tipo di antibiotico e pote' quindi dedicarsi di nuovo al suo lavoro. Insoddisfatti, e' vero, se ne andarono alcuni tra i suoi piu' stretti collaboratori, ma solo quando la nuova proprieta' opero' un deciso cambio di rotta rispetto ai progetti di Leo(che comunque furono in parte realizzati, come il ponte a tre viti ed il "bullet" truss rod che ideo' lui).

 

Vorrei ancora una volta linkare questo video:

 

http://www.youtube.com/watch?v=nswcAPvH0P8

 

 

 

Vorrei far notare i personaggi, gli ambienti, le macchine che si usavano e soprattutto i tempi di realizzazione di uno strumento che era concepito, progettato e realizzato come un comune strumento di lavoro.

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Mi tengo volentieri la mia disinformazione, tanto quando volgio vederci chiaro ci metto gli occhi e le orecchie, il resto sono solo condimenti per me.

Leo Fender quando vendette la Fender la malattia più grave che aveva era l ipocpondria, dal quale poi si riprese, ma nel '71 quando lasciò la CBS per il quale era rimasto a lavorare i motivi reali erano ben altri, prima di tutto le diverse visioni sul prodotto, che lui ottimizzava al massimo, verissimo, ma che pur sempre rimaneva un prodotto di qualità, per i legni ciò che dici è tutto giusto ma le scelte aziendali lo portarono ad utilizzare essenze diverse, ma l essenza che lui riteneva superiore per la strato era il frassino, tant è che nei modelli verniciati a vista continuò anche dopo ad usarlo, ma scelte dovute più al budget che altro, ciò vuol dire tutto o nulla, perchè alla fine questo sono i condimenti del mio ragionamento che viene al 90 per cento da mie esperienze e prove personali, e non è frutto ne di libri ne di leggende, per ciò che ho potuto a torto o a ragione a constatare è che anche il migliore dei pick up senza una base costruita coi controcazzi è gravemente insufficiente, mentre il contrario si risolve con il cambio dell elettronica, da li la mia scelta, non deriva da null altro, e conosco anche persone che non amano i pick up gibson e li cambiano appena comprano lo strumento ma la base che utilizzano rimane La les poul della Gibson per tutto il resto che è praticamente perfetto, ripeto che sono felice di leggere la vostra opinione in merito ma che rimango straconvinto di ciò che ho detto.

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bellissimo video.... avete visto abigail ybarra ??? incredibile!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! la mia vecchietta preferita!!! la adoro... semplicemente adorabile...

 

riflessione dovuta al video: chiedetevi perchè allora quelle chitarre sono paragonabili a una masterbuilt di adesso e sebbene le macchine siano più precise e tutto quello che volete voi la normale linea di produzione non sforna più chitarre di questo livello, e la risposta stà in parte nei materiali, se nella linea di produzione mexico gli dessero gli stessi materiali salterebbero fuori le stesse chitarre, quindi ancora più convinto che la differenza stia nella materia prima, nell amore con cui si costruiva lo strumento anche, sono contento di aver visto questo video, molto molto felice, grazie mat, indipendentemente dalle nostre diverse teorie.

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@massi: anche Abigail ti adora, le paghi le ferie alle Hawaii e la pensione [biggrin]

 

se le merita tutte. sono contento che vada a farsi una bella vacanza pagata da me, continuo a ringraziarla per la passione e l amore con il quale dopo 55 anni continua a costruire splendidi pick up, con la sua giacchetta a maglia, i suoi occhialoni, e il suo sorriso simpatico, ed è sempre bello vedere che a questo mondo che si dimentica di tutti quando non servono più che ci siano ancora deglòi ambienti dove assieme alla goiventù si mescolano gli indispensabili anziani, che con il loro contributo ineguagliabile ci aiutano e consigliano in base a tutto ciò che nella loro vita hanno imparato e vissuto, i nonni sono un tesoro inestimabile, e a volte si capisce troppo tardi in questo mondo dove ciò che non è moderno è stupido e obsoleto, abbiamo ancora tanto tanto da imparare da chi nel secolo appena trascorso ci ha regalato la LIBERTA'... non mi importa se sono off topic...mi andava di dirlo

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se le merita tutte. sono contento che vada a farsi una bella vacanza pagata da me, continuo a ringraziarla per la passione e l amore con il quale dopo 55 anni continua a costruire splendidi pick up, con la sua giacchetta a maglia, i suoi occhialoni, e il suo sorriso simpatico, ed è sempre bello vedere che a questo mondo che si dimentica di tutti quando non servono più che ci siano ancora deglòi ambienti dove assieme alla goiventù si mescolano gli indispensabili anziani, che con il loro contributo ineguagliabile ci aiutano e consigliano in base a tutto ciò che nella loro vita hanno imparato e vissuto, i nonni sono un tesoro inestimabile, e a volte si capisce troppo tardi in questo mondo dove ciò che non è moderno è stupido e obsoleto, ...

Come sono d'accordo con te, caro Massi ..

Cito spesso il detto per cui un vecchio che muore è una biblioteca che brucia (non vorrei gufare la signora eh [laugh] , che è simpaticissima anche a me).

Mi consta però che la deferenza per gli anziani sia più integrata altrove più che nel business u.s.a., es. nella cultura aziendale orientale: mi sa tanto che gli amici statunitensi nel caso in questione semplicemente abbiano trovato la gallina dalle uova d'oro. Lo dico senza giudicare, per carità, però francamente non investirei di un'aurea nobile e sensibile una scelta, indovinata, dettata dal business plan, ecco. L'ambientino, insomma, soprattutto con questi chiari di luna, è quello che è [wink] .

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Come sono d'accordo con te, caro Massi ..

Cito spesso il detto per cui un vecchio che muore è una biblioteca che brucia (non vorrei gufare la signora eh [laugh] , che è simpaticissima anche a me).

Mi consta però che la deferenza per gli anziani sia più integrata altrove più che nel business u.s.a., es. nella cultura aziendale orientale: mi sa tanto che gli amici statunitensi nel caso in questione semplicemente abbiano trovato la gallina dalle uova d'oro. Lo dico senza giudicare, per carità, però francamente non investirei di un'aurea nobile e sensibile una scelta, indovinata, dettata dal business plan, ecco. L'ambientino, insomma, soprattutto con questi chiari di luna, è quello che è [wink] .

 

anch io sono d accordo con te, però quell ambiente è frequentato dal mio amico e ti assicuro che è uno dei più belli che lui ha visto nel settore, c'è passione, gente che anche fuori dalla fabbrica è orgogliosa di far parte di quella squadra, e sono più difficili da trovare e più cari i pick up cruz limited, o altri, semplicemente hanno coniugato il nome della abigail con la sua professionalità veramente "old style", così uniscono il business col collegamento al passato e microfoni di qualità, il business c'è sempre ma sono pur sempre SPA... però se vedi tutti quelli che hanno bazzicato di la sono rimasti colpiti da quella piccola fabbrica dei sogni, se non avessi paura dell aereo avrei avuto modo già più volte di andare di persona ma ho troppa fifa...... in ogni modo VIVA I NONNI

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Attenzione che i pickups Custom Shop '69(gli unici "firmati" da Abigail) - per altro forse i migliori che ha Fender a listino attualmente - non sono in realta' avvolti dalla simpatica nonnetta, ma da qualcuno del suo team:

 

ay2.jpg

 

 

 

Se portano la sigla "AY" invece che la sua firma per esteso NON sono avvolti da lei.

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Comunque, chiunque sia che li faccia, i Custom 69 suonano bene... anzi, a me di chi li fa sinceramente non frega nulla, sono solo trovate commerciali della Fender per farsi pagare qualche dollaro in piu' il prodotto; l'importante è che i pickup suonino bene, e questi suonano bene comunque. Della "firma" ma chissenefrega

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Comunque, chiunque sia che li faccia, i Custom 69 suonano bene... anzi, a me di chi li fa sinceramente non frega nulla, sono solo trovate commerciali della Fender per farsi pagare qualche dollaro in piu' il prodotto; l'importante è che i pickup suonino bene, e questi suonano bene comunque. Della "firma" ma chissenefrega

 

+1 [thumbup]

 

quoto in toto!

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Attenzione che i pickups Custom Shop '69(gli unici "firmati" da Abigail) - per altro forse i migliori che ha Fender a listino attualmente - non sono in realta' avvolti dalla simpatica nonnetta, ma da qualcuno del suo team:

 

ay2.jpg

 

 

 

Se portano la sigla "AY" invece che la sua firma per esteso NON sono avvolti da lei.

 

giusta precisazione, è una cosa che anche io ho spiegato almeno 10 volte... i pick della signora ybarra sono solo quelli firmati abby, metto la foto di uno dei miei per chiarire ogni dubbio:

 

6qgt2s.jpg

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Naturalmente uno poi fa come gli pare, ci mancherebbe, però volevo dire che la questione di provare le chitarre elettriche anche "da spente" non è detto che sia poi una stravaganza da fessacchiotti.

Per caso rileggevo ieri una intervista a Joe Glaser, probabilmente il miglior liutaio di Nashville, dove parla diffusamente di Telecaster e ad un certo punto afferma che "the key in choosing any guitar is to play all the candidates acoustically, the plug in and go for the full ring." (GP nov 1997).

[glare]

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Naturalmente uno poi fa come gli pare, ci mancherebbe, però volevo dire che la questione di provare le chitarre elettriche anche "da spente" non è detto che sia poi una stravaganza da fessacchiotti.

 

Non è assoutamente una stravaganza, anzi!

 

Soltanto che, come è verissimo il contrario, è altrettanto vero che una chitarra che suona magnificamente da spenta possa fare letteralmente schifo da accesa. Il suono da spenta ti serve per valutare il sustain, l'attacco e tutte queste caratteristiche che si mantengono(o meglio: dovrebbero mantenersi) anche con lo strumento amplificato, se tutto funziona a dovere...

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Non è assoutamente una stravaganza, anzi!

 

Soltanto che, come è verissimo il contrario, è altrettanto vero che una chitarra che suona magnificamente da spenta possa fare letteralmente schifo da accesa. Il suono da spenta ti serve per valutare il sustain, l'attacco e tutte queste caratteristiche che si mantengono(o meglio: dovrebbero mantenersi) anche con lo strumento amplificato, se tutto funziona a dovere...

 

...e infatti si prova da spenta e da accesa... [biggrin]

 

Che vuol dire: "the plug in and go for the full ring" please?

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Devo scusarmi manca la enne di "then" .. Penso che il significato sia qualcosa del tipo "quindi attacca (all'ampli) e procedi alla selezione finale", ma certo qualcuno potra' essere più' preciso nella traduzione dell'ultima locuzione che forse e' di derivazione pokeristica.

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Devo scusarmi manca la enne di "then" .. Penso che il significato sia qualcosa del tipo "quindi attacca (all'ampli) e procedi alla selezione finale", ma certo qualcuno potra' essere più' preciso nella traduzione dell'ultima locuzione che forse e' di derivazione pokeristica.

 

si, anch'io l'ho interpretato in quella maniera...secondo me invece "the full ring" potrebbe essere usato in senso onomatopeico per indicare "il suono completo" nel senso di "suono effettivo"...

 

la frase io la tradurrei più o meno in questa maniera: "il metodo per la scelta di ogni chitarra consiste nel suonare tutte le candidate prima acusticamente e poi nell'attacarle e procedere (ascoltando) il "suono effettivo"...però boh...qualcuno che ha più dimestichezza con l'inglese può fare sicuramente di meglio!

 

per riprendere invece il tuo discorso, anche io non credo affatto che sia una cosa da fessacchiotti provare la chitarra anche da spenta. Anzi, come diceva mat, per valutare "l'attacco" e il "sustain" è sicuramente più utile provarle in questa maniera dato che da amplificate, queste caratteristiche possono essere tranquillamente "mascherate" dai settaggi degli amplificatori.

 

Va anche specificato però (e in questo non bisogna fare confusione) che è molto difficile dedurre le sfumature di sound che avrà da amplificata ascoltando il "suono" che la chitarra emette da spenta. Questo semplicemente perchè non sarà quel "suono" ad essere amplificato, ma sarà l'effetto meccanico di quel "comportamento vibrazionale" che in qualche modo verrà trasmesso al PU il quale a sua volta ne risentirà nella variazione del campo magnetico...[biggrin]

 

non so se mi sono spiegato... :-k

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Appunto, anch'io pensavo a qualcosa tipo il "giro di carte finale" dal quale alla fine vien fuori quello che ha vinto.

 

A proposito Michele, ti sei spiegato benissimo.

Non altrettanto riuscirei a fare io se dovessi dire che cosa cerco o trovo nella "prova da spenta" della chitarra elettrica, che comunque per me resta una fase imprescindibile. Giusto o sbagliato che sia, è un approccio che genera innamoramenti o repulsioni, anche se qui non riesco a scomporre i fattori che in quel momento suscitano o smorzano i miei entusiasmi. Comunque è vero, in quel momento almeno per me il discrimine non lo fa certo il tono, il suono che arriva alle orecchie, ma qualcos'altro che dicono anche e soprattutto le mani e tutto il resto, magari a livello comunque di "risposta" al tocco e via discorrendo.

Per la verità credo poco alle chitarre che "si tengono tutto dentro" per poi risultare delle meraviglie armoniche una volta collegate all'ampli, ma posso certo convenire e portare esempi in sensi diversi: la mia tele azzurra suona da spenta come un'acustica, ma anche la soundsation da 100€ di mio figlio devo dire è piacevolissima da suonare da spenta (adesso che le ho cambiato i pu, anche da "accesa", devo dire) - mentre avevo una 175 del '77 - e parliamo di una semiacustica - che unplugged era piuttosto smortolina, mentre da collegata suonava egregiamente.

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