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Liuteria artigianale… di qualità


BirdTheFirst

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Vorrei chiedervi che cosa pensate degli strumenti di liuteria artigianale. Escludendo ovviamente gli assemblatori “da garage” che sono tantissimi (ma quelli sono “appassionati”, non veri artigiani professionisti…), devo dire che mi è capitato di vedere e provare strumenti qualitativamente molto interessanti.

 

Linko qualche immagine, per chi eventualmente non avesse mai “esplorato” il mondo della liuteria elettrica (italiana e non):

 

http://www.liuteriagng.it/slideshow/p014_0_1.jpg

http://www.liuteriagng.it/slideshow/p014_0_3.jpg

http://www.liuteriagng.it/slideshow/p014_0_6.png

http://www.liuteriagng.it/slideshow/p014_0_8.png

http://www.ruokangas.com/wp/wp-content/gallery/duke-classic/8093.jpg

http://www.ruokangas.com/wp/wp-content/gallery/duke-classic/03.jpg

http://www.ruokangas.com/wp/wp-content/gallery/duke-royale/6584.jpg

http://www.ruokangas.com/wp/wp-content/gallery/unicorn-classic/029-u.jpg

http://www.gargiuloguitars.it/fania_1_meg.jpg

http://www.liuteriaberardini.it/img/chit_rock_big_05_part_01.jpg

http://www.liuteriaberardini.it/img/chit_jazz_02_big_03.jpg

http://www.liuteriaberardini.it/img/chit_jazz_02_big_04.jpg

 

 

Allora, a prescidere dal fatto che in questo forum siamo tutti molto innamorati del brand di “Mr. Orville H. Gibson”, voi spendereste 2 o 3 mila euro per uno strumento di liuteria di alta qualità e magari customizzato in qualche dettaglio su vostra richiesta?

 

La cifra è la stessa per l’acquisto di una bella L.P. Custom, di una 335 o di una 175… ma di un brand pressochè sconosciuto, salvo rarissime eccezioni.

 

 

 

 

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Il tutto è tremendamente soggettivo, se uno è sicuro al 100 % che lo strumento che si va a costruire lo terrà per tutta la vita allora ben venga, è assolutamente lecito, se uno invece si fa fare una chitarra tanto per provare allora al momento della vendita son dolori, sono felice possessore di una Frudua GFK del '95, chitarra di buona liuteria italiana utilizzata in quegli anni da alcuni turnisti italiani abbastanza famosi, ho ancora la ricevuta originale e la chitarra in questione costava oltre 4.000.000 di vecchie lire, a quei giorni penso che ci si poteva comprare 2 Lp con quella cifra, ergo il valore dell'usato della liuteria è un fattore da non considerare dato che molti di noi sono spesso preda di GAS, secondo me è bene investire nella liuteria che va, roba come Suhr, Tom Anderson e Tyler per esempio, strumenti che hanno buona rivendibilità e alta tenuta del valore, le Ruokangas che hai postato già sono strumenti molto sofisticati e abbastanza conosciuti e anche lì l'acquisto è condivisibile, quando si va invece su liuterie molto conosciute è bene pensarci bene, molto bene! [thumbup]

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Sono sempre più convinto che lo strumento di liuteria sia l' opzione definitiva per chi possiede o ha posseduto molti strumenti, e per chi ha "uso di mondo", a livello strumentale.

 

Anch' io ho un grande amore per Gibson, che tuttavia non mi fa chiudere gli occhi di fronte a strumenti magari d' ispirazione Gibsoniana, ma meglio realizzati. Certo, il marchio "Gibson" sulla paletta è sempre garanzia di rivendibilità, ma che ci sia di meglio, a livello qualitativo, è addirittura ovvio.

 

C' è da dire che uno strumento veramente "custom" sarà modellato sulle nostre esigenze in fatto di manico, di hardware e di elettronica, e non è detto che queste nostre esigenze combacino con quelle di altri.

 

Inoltre, facendoci costruire uno strumento su misura per le nostre esigenze, è chiaro che lo focalizzeremo molto bene sui suoni che interessano a noi. Ma interesseranno allo stesso modo a qualcun altro ?

 

Il problema è proprio lì: e se un giorno me ne stufo ? La rivendo, ma a un prezzo irrisorio rispetto a quel che mi è costata. Per cui, se siamo disposti a correre il rischio, mi pare che in Italia di artigiani in gamba ce ne siano tanti; se poi siamo il tipo di persona che è capace di scelte definitive, e se partiamo con le idee ben chiare, ben venga lo strumento di liuteria. Certo, se siamo un po' dei Signor Tentenna, o se ci piace cambiare, o se non siamo più che certi riguardo le soluzioni da adottare, direi che è meglio restare sulla produzione industriale, che nella peggiore delle ipotesi si può sostituire senza aver troppo l' impressione di aver buttato via un sacco di soldi.

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per "ma200360" : quoto del tutto il tuo parere.

 

Non vi pare che negli ultimi anni sia aumentato l'interesse per la liuteria artigianale?

Se penso a 10 o meglio anche 15 anni fa per le chitarre elettriche (solid, hollow...) era un fatto un pò più raro, vederne in giro di liuteria.

 

O sembra solo a me?

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Mah, guarda, il mio pensiero è sostanzialmente quello di Ma, e di altri qui sopra..

Vero è che spesso gli acquirenti di certi strumenti, da clienti colleghi chitarristi, si tramutano improvvisamente folgorati in apostoli destinati a tessere e diffondere le lodi dello strumento in questione - quasi sempre in tutta ragione, beninteso - ostentando quindi grande confidenza con il titolare della liuteria (generalmente chiamato con il solo nome di battesimo) che se vogliamo ce lo fa conoscere e ricordando ammonendoti nel tuo interesse che "attento che una volta provata non riuscirai più a riprendere in mano il tuo Les Paul, o la tua Tele etc etc". Peraltro io, suonatore pane e salame, ci sono sempre riuscito.

[biggrin]

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Io ho avuto un paio di esperienze con un "liutaio" fai da te qui del circondario e con Frudua.

Costi e risultati sono stati abissalmente diversi.

 

La Frudua è stata un'ottima chitarra, l'altra un pessimo affare... legna da ardere finchè un secondo liutaio non ci ha messo le mani per correggere alcuni errori di progettazione che l'autore si rifiutava addirittura di riconoscere.

 

Le chitarre di liuteria sono affascinanti ed ogni tanto ci ripenso... tempo fà feci fare anche dei preventivi... però, quelle buone, costano veramente caro, non tutte garantiscono una personalizzazione al 100% e comunque sono un pessimo investimento visto quel che ci si può fare con i prezzi che vengono richiesti.

 

Quando approdai alla Frudua ero STRACONVINTO che quella sarebbe stata la chitarra definitiva, lui fece un ottimo lavoro, io pagai un sacco di soldi e per anni sono stato il chitarrista più felice del mondo... fino al momento che, perchè arriva sempre, ho cominciato ad avere paranoie estreme sul fatto che il PU al manico non suonasse come doveva per via del posizionamento forzato dai 24 tasti e che il selettore dei pu mi stava troppo in mezzo al raggio di plettrata dando fastidio a me e alla leva che tra l'altro non usavo e che mi "mangiava il suono". [cursing]

 

Quindi dal paradiso son passato ad una fase in cui la suonavo un pò meno guardandola sempre un pò di traverso per poi relegarla nella custodia in favore della mia cara vecchia Les Paul (tornare indietro si può eccome!) che calzava sempre come un vecchio guanto! [thumbup]

 

Nel caso specifico sono anche stato fortunato da trovare un patito di Frudua che me l'ha ricomprata ad un prezzo più che onesto... perchè oggi vedo chitarre di pari valore svendute o meglio non vendute a 800 euro! [thumbdn]

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Conosco GNG per averlo incontrato a Second Hand ed averci scambiato due chiacchiere. E' una splendida realtà fatta da ragazzi giovani con una immensa passione ed i loro prodotti sono davvero di ottima qualità.

 

Detto questo il discorso è annoso.

Lo strumento "custom" prevede che il cliente abbia le idee chiarissime su cosa vuole e la strada per ottenere certi tipi di suono. Il 90% di chi si appresta a comperare una nuova chitarra invece queste idee chiare non ce le ha, o meglio, aspetta sempre che sia il liutaio(o il negoziante, o la factory) a chiarirgliele...

Il risultato sono decine e decine di strumenti di liuteria che invadono il mercato dell'usato, con rivendibilità pari a zero.

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... fino al momento che, perchè arriva sempre, ho cominciato ad avere paranoie estreme

 

 

... ecco, bravissimo, il punto è proprio quello, quel momento arriva ... a meno che uno non abbia esigenze davvero "particolari" (che per altro non so nemmeno quali possano essere) tali da rendere necessaria la realizzazione di uno strumento davvero "su misura"...

 

... per il resto ormai tutto quello che si può desiderare lo si trova tranquillamente negli strumenti stock di alto livello, sennò c'è sempre il custom shop (e per il di più - pickuppi, meccaniche ecc. - basta qualche eventuale upgrade)...

 

... come da altri già sottolineato poi il fattore rivendibilità è fondamentale (per non parlare del rischio fregatura eh, anche se quest'ultimo su certi liutai "stratestati" probabilmente è minimo)...

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a meno che uno non abbia esigenze davvero "particolari" (che per altro non so nemmeno quali possano essere) tali da rendere necessaria la realizzazione di uno strumento davvero "su misura"...

 

 

Ecco anche questo è un punto interessante, l'ultima volta che ci sono stato il mio liutaio di fiducia mi diceva che in linea di massima non realizza chitarre acustiche o classiche, soltanto una volta ha realizzato uno strumento acustico perchè un cliente voleva una 7 corde acustica con le 3 corde più acute (sol si mi) raddoppiate come sulle 12 corde, non conosco il motivo di ciò! [thumbup]

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Mah, guarda, il mio pensiero è sostanzialmente quello di Ma, e di altri qui sopra..

Vero è che spesso gli acquirenti di certi strumenti, da clienti colleghi chitarristi, si tramutano improvvisamente folgorati in apostoli destinati a tessere e diffondere le lodi dello strumento in questione - quasi sempre in tutta ragione, beninteso - ostentando quindi grande confidenza con il titolare della liuteria (generalmente chiamato con il solo nome di battesimo) che se vogliamo ce lo fa conoscere e ricordando ammonendoti nel tuo interesse che "attento che una volta provata non riuscirai più a riprendere in mano il tuo Les Paul, o la tua Tele etc etc". Peraltro io, suonatore pane e salame, ci sono sempre riuscito.

[biggrin]

 

Assolutamente d' accordo.

 

Non vi pare che negli ultimi anni sia aumentato l'interesse per la liuteria artigianale?

Se penso a 10 o meglio anche 15 anni fa per le chitarre elettriche (solid, hollow...) era un fatto un pò più raro, vederne in giro di liuteria.

 

O sembra solo a me?

 

Diciamo che negli ultimi 20 anni è cresciuta una generazione di liutai soprattutto "elettrici", che si sono buttati sul mercato sia delle riparazioni che della creazione di strumenti. La cosa in sé è assolutamente positiva, perché permette un più ampio accesso da parte di tutti agli interventi sugli strumenti che ne hanno bisogno senza la necessità di spostarsi di parecchi km.; ovviamente, come in tutte le cose, bisogna distinguere il grano dal loglio.

 

E ovviamente, di questi "nuovi" operatori se ne parla, eccome, anche se poi alla fine chi ha la meglio, almeno in Italia e in ambito chitarristico-elettrico, sono i soliti grandi nomi industriali (per i bassi è già un po' diverso). E non sempre a torto, peraltro.

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Quoto un po' tutti quelli che mi hanno preceduto!

Secondo me ha senso solamente se il mercato non offre nulla che risponda pienamente alle proprie esigenze, se si ha soldi da spendere e sopratutto se si è convinti di tenere fino alla fine lo strumento..

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E ovviamente, di questi "nuovi" operatori se ne parla, eccome, anche se poi alla fine chi ha la meglio, almeno in Italia e in ambito chitarristico-elettrico, sono i soliti grandi nomi industriali (per i bassi è già un po' diverso). E non sempre a torto, peraltro.

 

Ho scambiato qualche messaggio di posta con Juha Ruokangas (vedete alcuni dei link che ho messo nel lancio di questo topic); mi ha detto che dopo 15 anni di attività artigiana, con 3 giovani liutai e sua moglie che cura marketing e amministrazione, è arrivato a fare circa 120 pezzi all'anno (negli ultimi 3 anni). Li vende perlopiù in centro Europa, USA e Canada.

 

Riferendosi ai suoi clienti tipici mi ha confermato il "feeling" generale dei post che abbiamo scambiato qui, ad eccezione del mercato tedesco dove mi ha detto che la liuteria artigianale elettrica sta raggiungendo quote di mercato "confrontabili" (non uguali) a quelle dei Big 3 (Gibson, Fender, Prs). Il 20% delle sue chitarre le vende lì, passando da 5 pezzi del 2007 a più di 20 pezzi del 2010.

 

Non è stato chiarissimo, o il mio inglese non è eccezionale, ma il Germania si è verificata una tendenza da parte del mercato molto molto forte, a differenza del resto dell'europa e degli USA...

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Ho scambiato qualche messaggio di posta con Juha Ruokangas (vedete alcuni dei link che ho messo nel lancio di questo topic); mi ha detto che dopo 15 anni di attività artigiana, con 3 giovani liutai e sua moglie che cura marketing e amministrazione, è arrivato a fare circa 120 pezzi all'anno (negli ultimi 3 anni). Li vende perlopiù in centro Europa, USA e Canada.

 

Riferendosi ai suoi clienti tipici mi ha confermato il "feeling" generale dei post che abbiamo scambiato qui, ad eccezione del mercato tedesco dove mi ha detto che la liuteria artigianale elettrica sta raggiungendo quote di mercato "confrontabili" (non uguali) a quelle dei Big 3 (Gibson, Fender, Prs). Il 20% delle sue chitarre le vende lì, passando da 5 pezzi del 2007 a più di 20 pezzi del 2010.

 

Non è stato chiarissimo, o il mio inglese non è eccezionale, ma il Germania si è verificata una tendenza da parte del mercato molto molto forte, a differenza del resto dell'europa e degli USA...

 

Perdonami ma mi risulta difficile crederlo: questo liutai vende 20 chitarre all'anno in Germania, mettiamo per assurdo che abbia altri 100 (molto difficile!) colleghi in gamba come lui negli affari e che rappresentino l'offerta dell'artigianale in generale, in totale vendono 2000 chitarre in quel paese, e noi crediamo che Gibson o Fender vendano una cifra del genere in un paese di 80 milioni di abitanti?

 

Detto questo, la mia esperienza personale con la "liuteria artigianale" è che molti di questi liutai abbiano un'ottima lingua e riescano a convincere certi clienti di aver scoperto la pietra filosofale: il legno speciale, oppure il "vero suono vintage delle Gibson/Fender anni '50" etc..etc...ma che in effetti il gioco non valga la candela, a meno che come qualcuno ha ricordato in questo thread uno non abbia esigenze molto particolari, ma è sempre più raro. Inoltre oggi aziende come Fender e Gibson hanno il proprio custom shop, dove un chitarrista può richiedere uno strumento appunto custom secondo le proprie esigenze, cosa non vera negli anni '70 quando per fare un nome Tony Iommi richiese a G. una SG modifica secondo le sue esigenze (24 tasti, stabilità di accordatura in Do, pickup ad alta uscita) e venne praticamente messo alla porta in quanto l'azienda credeva di fare già strumenti perfetti e quindi riteneva ogni richiesta fuori dalla produzione standard un affronto, allora lui si rivolse agli specialisti inglesi, ma oggi se ha bisogno di una nuova chitarra contatta direttamente il custom shop che gliele fa su misura e le consegna in 72 ore...

 

Poi, oggi abbiamo una marea di parti after market, pickup, manici warmoth etc... che permettono al chitarrista con le idee chiare di customizzarsi la propria chitarra a piacimento oppure di assemblarsela lui, quindi non vedo la necessità di affidarsi agli "artigiani" (che in Italia è sinonimo di qualità, anche se di solito è vero il contrario).

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Perdonami ma mi risulta difficile crederlo: questo liutai vende 20 chitarre all'anno in Germania, mettiamo per assurdo che abbia altri 100 (molto difficile!) colleghi in gamba come lui negli affari e che rappresentino l'offerta dell'artigianale in generale, in totale vendono 2000 chitarre in quel paese, e noi crediamo che Gibson o Fender vendano una cifra del genere in un paese di 80 milioni di abitanti?

 

Detto questo, la mia esperienza personale con la "liuteria artigianale" è che molti di questi liutai abbiano un'ottima lingua e riescano a convincere certi clienti di aver scoperto la pietra filosofale: il legno speciale, oppure il "vero suono vintage delle Gibson/Fender anni '50" etc..etc...ma che in effetti il gioco non valga la candela, a meno che come qualcuno ha ricordato in questo thread uno non abbia esigenze molto particolari, ma è sempre più raro. Inoltre oggi aziende come Fender e Gibson hanno il proprio custom shop, dove un chitarrista può richiedere uno strumento appunto custom secondo le proprie esigenze, cosa non vera negli anni '70 quando per fare un nome Tony Iommi richiese a G. una SG modifica secondo le sue esigenze (24 tasti, stabilità di accordatura in Do, pickup ad alta uscita) e venne praticamente messo alla porta in quanto l'azienda credeva di fare già strumenti perfetti e quindi riteneva ogni richiesta fuori dalla produzione standard un affronto, allora lui si rivolse agli specialisti inglesi, ma oggi se ha bisogno di una nuova chitarra contatta direttamente il custom shop che gliele fa su misura e le consegna in 72 ore...

 

Poi, oggi abbiamo una marea di parti after market, pickup, manici warmoth etc... che permettono al chitarrista con le idee chiare di customizzarsi la propria chitarra a piacimento oppure di assemblarsela lui, quindi non vedo la necessità di affidarsi agli "artigiani" (che in Italia è sinonimo di qualità, anche se di solito è vero il contrario).

 

 

Quoto

 

 

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Che poi eventuali "grandi numeri" nella diffusione di certi strumenti potrebbero allontanare i clienti che cercano la "esclusività" dello strumento, come dire .. lo strumento "per pochi".

E' una sensibilità che non giudico, anche se non mi appartiene affatto. Credo però che costituisca più questa il fattore di successo di certe produzioni artigianali che la vera e propria ricerca di soddisfazione dell'esigenza sonora o ergonomica che come detto, può trovare già risposta nella stragrande maggioranza dei casi in quello che offre il mercato tradizionale e che presuppone comunque una notevole maturità del chitarrista per essere definita al meglio.

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Personalmente come già ribadito da qualcuno, la liuteria la vedo molto adatta alle chitarre acustiche....già ad esmpio un hollow body secondo me avrebbe senso.

 

Giusto Roger, per quelle chitarre il discorso, almeno parlando in generale e del top di gamma, è un po' differente:

- sono destinate ad una clientela solitamente ben preparata, gente che spesso sa il fatto suo quanto a certi particolari tecnici tipo i legni, il bracing ..;

- sono chitarre che difficilmente, proprio per il tipo di clientela "matura", vengono rivendute, chi le acquista se le tiene, da sole o al fianco di altre belle bestie;

- tradizionalmente è un mercato, di dimensioni modeste, dove storicamente i grandi nomi sono stati e sono sostanzialmente degli artigiani (D'Aquisto, D'Angelico, Benedetto) che competono, praticamente, con la linea produttiva di una grande industria di riferimento;

- tutto sommato si inseriscono in un mercato limitato, pensa alle archtop di livello che ci sono, a catalogo i modelli li conti sulle dita di una mano, per non parlare poi della disponibilità nei negozi ... pensa invece ad esempio quante superstrat HSS trovi in giro o ti puoi personalizzare.

 

@suga: grazie, comunque mi sono riletto e mi è scappato da ridere ..

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Perdonami ma mi risulta difficile crederlo: questo liutai vende 20 chitarre all'anno in Germania, mettiamo per assurdo che abbia altri 100 (molto difficile!) colleghi in gamba come lui negli affari e che rappresentino l'offerta dell'artigianale in generale, in totale vendono 2000 chitarre in quel paese, e noi crediamo che Gibson o Fender vendano una cifra del genere in un paese di 80 milioni di abitanti?

 

Detto questo, la mia esperienza personale con la "liuteria artigianale" è che molti di questi liutai abbiano un'ottima lingua e riescano a convincere certi clienti di aver scoperto la pietra filosofale: il legno speciale, oppure il "vero suono vintage delle Gibson/Fender anni '50" etc..etc...ma che in effetti il gioco non valga la candela, a meno che come qualcuno ha ricordato in questo thread uno non abbia esigenze molto particolari, ma è sempre più raro. Inoltre oggi aziende come Fender e Gibson hanno il proprio custom shop, dove un chitarrista può richiedere uno strumento appunto custom secondo le proprie esigenze, cosa non vera negli anni '70 quando per fare un nome Tony Iommi richiese a G. una SG modifica secondo le sue esigenze (24 tasti, stabilità di accordatura in Do, pickup ad alta uscita) e venne praticamente messo alla porta in quanto l'azienda credeva di fare già strumenti perfetti e quindi riteneva ogni richiesta fuori dalla produzione standard un affronto, allora lui si rivolse agli specialisti inglesi, ma oggi se ha bisogno di una nuova chitarra contatta direttamente il custom shop che gliele fa su misura e le consegna in 72 ore...

 

Poi, oggi abbiamo una marea di parti after market, pickup, manici warmoth etc... che permettono al chitarrista con le idee chiare di customizzarsi la propria chitarra a piacimento oppure di assemblarsela lui, quindi non vedo la necessità di affidarsi agli "artigiani" (che in Italia è sinonimo di qualità, anche se di solito è vero il contrario).

 

A unica "difesa" di questo artigiano (Ruokangas) posso solo dire che non aveva particolari motivi per sparare balle incondizionatamente: quando mi ha scritto i numeri di ciò che vende in Germania, sapeva già bene che non avrei comprato nulla da lui. Poi condivido che possa aver gonfiato un pò i dati: anche questo purtroppo fa parte del marketing e guardando il suo sito ci rendiamo conto che lui ha ben chiaro come creare una ottima immagine della sua ditta.

 

Comunque mi incuriosisce sto fatto dei chitarristi tedeschi molto propensi ad investire nella liuteria artigiana (a prescindere dai numeri esatti, certamente più modesti).

 

@ Alex: concordo con te su tutto, solo nell'ultima parte hai dato una idea di "facilità" nell'assemblare componenti che non condivido. Mettere insieme un body, un manico, HW ed elettronica con attenzione ti porta sempre a uno strumento che suona (se non sei uno stupido), ma uno strumento che SUONA BENE ha bisogno di precisioni e dettagli che richiedono tempo (studio e pratica). Ma credo che tu lo sappia già... giusto?

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