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Prince Malagant

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Gianni !!! Che gioielli !!!

Il pompone doveva essere il mio regalo quando diventai papa' (pero' il 749) pero' poi qualcosa camio "in me" ed ho appeso il casco al chiodo.

 

Il Mans II con teste tonde e foderi neri… favoloso.

Molti pezzi sono quelli dell' SP.

Con questa ci devi dare di ammortizzatore di sterzo, in accelerazione sbacchettava da matti [biggrin]

Ma i dischi anteriori forati sono originali ?

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Di là si parla di Alfa, di qua di Guzzi, insomma son contento di vedere che c'è ancora qualcuno che apprezza il vecchio ferro lombardo (anche se ormai di lombardo hanno pochino).

Fh, eh, fondata a Genova nel 1921 da Guzzi-Parodi.

Mandello del Lario pero' e' la Sua sede storica e quando andavo al Raduno dello Stelvio una tappa li era d'obbligo; poi piu' o meno a Varenna appena usciti da una galleria nella roccia dopo una salita ripidissima con tornanti assurdi si arrivava ad un ristorantino sul lago con dei favolosi "ravioli di luccio"… bei tempi andati, sigh

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... se ti sembra la decisione giusta fai bene a portarla avanti, anche perché penso che tu non l'abbia assolutamente presa con leggerezza... è solo un peccato per tutta 'sta "strada" cha hai percorso fino a qui...

 

Sono qui che non faccio niente per cui posso prendermela comoda a rispondere. E mi va di condividere con voi, che conoscete cosa sia la passione per questo meraviglioso strumento, qualcosa dei miei travagli artistici contemporanei. [biggrin]

Come sicuramente ho già raccontato, ho cominciato a suonare la chitarra (da autodidatta, allora in paese non esistevano scuole) a quindici anni, nel '73. Pur mancino seguii la strada dei legali, come la maggior parte dei mancini di allora penso, perchè manco si contemplava la possibilità di girarsi le corde e andare incontro a tutta quella serie di rogne. Mi accorsi quasi subito che qualcosa non andava. La mano destra non riusciva a seguire l'altra. Scioltezza, fermezza, ritmo, precisione... mi confrontavo con i miei amici di allora e vedevo chiare le deficenze che mi portavo appresso. Dopo un po' di anni ancora mi sfuggiva il plettro di mano, la ritmica di Long train running per me era utopia pura. Comunque andai avanti, si suonò, fui chitarra leader nei Coma BandaRock [lol] finchè tra alti e bassi un giorno cozzài su qualcosa di più duro della mia testa, mi resi conto che così non mi andava più bene, mollai tutto e cambiai vita. Tirai su un muro sulle cose di prima e ricominciai da zero. Vendetti tutto, mollai tutte le mie dipendenze giovanili, dalle Marlboro a tutto, ehm, il resto [-o< , presi moglie, generai figli e figlie e diventai un onesto padre di famiglia LavoroCasaChiesa.

Il fatto è che certe malattie che credi di aver sconfitto, in realtà non fanno altro che mettersi in background e aspettare il programma giusto per rilanciarsi. Così, sette-otto anni fa, dopo una ennesima operazione al ginocchio, per la quale sapevo che avrei dovuto restare fermo qualche tempo diventanto una bestia, decisi quella cosa che mi aveva sempre sottosotto ròso non poco: ripartire da zero mancinamente.

Il resto più o meno lo sapete.

Ora, dopo questa esperienza, potrei scrivere un trattato su ciò che succede al musicista dalla testa alle mani, perchè ho potuto viverlo. Ho capito perchè un destro mette la mano sinistra alla tastiera e non la destra (sembrerebbe logico il contrario no?). Ho vissuto (non sto esagerando) sfasamenti che si sono ripercossi fino nella vita normale al di fuori dell'atto di suonare, è stata una esperienza incredibile che mi ha fatto capire un mucchio di cose e agire di conseguenza.

 

Ora ciò che dice Andrea sopra è cosa giusta. L'esperienza si matura con gli anni e gli anni levano le scaglie dagli occhi, parlo degli anni che si attaccano alla tua groppa naturalmente. La decisione è sofferta, è data dalla contemplazione di cause, effetti e risultati positivi e negativi di questo, pur interessante e intenso, periodo, chiamiamolo artistico. Anche il fatto che la sete di suoni poi abbia rigenerato in me la sete di generatori di suoni, ho dovuto metterla sulla bilancia. Come ho detto nell'altro intervento, e senza contemplare anche il lato finanziario della cosa, mi stavano diventando una recriminazione quelle chitarre appese attorno, assetate di musica che non riesco a dare. Quasi una palla al piede, non so se mi potete seguire, una dipendenza psicologica che mi faceva fretta, che mi chiedeva risultati, robe da neuropsikiatra ziocàn. Poi la schiena come ciliegina. Praticamente non mi divertivo più. Così le chitarre belle blabla sono diventate tocchi di legno e basta. Io le mie battaglie le faccio così. Non ho ancora deciso quello che resta, una me la devo tenere perchè se vado al lìssio la uso per la ritmica, e la OBlack resta perchè non è una chitarra ma un quadro. Se riesco a vendere, mi prendo una buona ròspa dx e via di nuovo. Morto un papa se ne fa un altro ziobilly. Augh

En-chief-sitting-bull.jpg

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Sono qui che non faccio niente per cui posso prendermela comoda a rispondere. E mi va di condividere con voi, che conoscete cosa sia la passione per questo meraviglioso strumento, qualcosa dei miei travagli artistici contemporanei. [biggrin]

Come sicuramente ho già raccontato, ho cominciato a suonare la chitarra (da autodidatta, allora in paese non esistevano scuole) a quindici anni, nel '73. Pur mancino seguii la strada dei legali, come la maggior parte dei mancini di allora penso, perchè manco si contemplava la possibilità di girarsi le corde e andare incontro a tutta quella serie di rogne. Mi accorsi quasi subito che qualcosa non andava. La mano destra non riusciva a seguire l'altra. Scioltezza, fermezza, ritmo, precisione... mi confrontavo con i miei amici di allora e vedevo chiare le deficenze che mi portavo appresso. Dopo un po' di anni ancora mi sfuggiva il plettro di mano, la ritmica di Long train running per me era utopia pura. Comunque andai avanti, si suonò, fui chitarra leader nei Coma BandaRock [lol] finchè tra alti e bassi un giorno cozzài su qualcosa di più duro della mia testa, mi resi conto che così non mi andava più bene, mollai tutto e cambiai vita. Tirai su un muro sulle cose di prima e ricominciai da zero. Vendetti tutto, mollai tutte le mie dipendenze giovanili, dalle Marlboro a tutto, ehm, il resto [-o< , presi moglie, generai figli e figlie e diventai un onesto padre di famiglia LavoroCasaChiesa.

Il fatto è che certe malattie che credi di aver sconfitto, in realtà non fanno altro che mettersi in background e aspettare il programma giusto per rilanciarsi. Così, sette-otto anni fa, dopo una ennesima operazione al ginocchio, per la quale sapevo che avrei dovuto restare fermo qualche tempo diventanto una bestia, decisi quella cosa che mi aveva sempre sottosotto ròso non poco: ripartire da zero mancinamente.

Il resto più o meno lo sapete.

Ora, dopo questa esperienza, potrei scrivere un trattato su ciò che succede al musicista dalla testa alle mani, perchè ho potuto viverlo. Ho capito perchè un destro mette la mano sinistra alla tastiera e non la destra (sembrerebbe logico il contrario no?). Ho vissuto (non sto esagerando) sfasamenti che si sono ripercossi fino nella vita normale al di fuori dell'atto di suonare, è stata una esperienza incredibile che mi ha fatto capire un mucchio di cose e agire di conseguenza.

 

Ora ciò che dice Andrea sopra è cosa giusta. L'esperienza si matura con gli anni e gli anni levano le scaglie dagli occhi, parlo degli anni che si attaccano alla tua groppa naturalmente. La decisione è sofferta, è data dalla contemplazione di cause, effetti e risultati positivi e negativi di questo, pur interessante e intenso, periodo, chiamiamolo artistico. Anche il fatto che la sete di suoni poi abbia rigenerato in me la sete di generatori di suoni, ho dovuto metterla sulla bilancia. Come ho detto nell'altro intervento, e senza contemplare anche il lato finanziario della cosa, mi stavano diventando una recriminazione quelle chitarre appese attorno, assetate di musica che non riesco a dare. Quasi una palla al piede, non so se mi potete seguire, una dipendenza psicologica che mi faceva fretta, che mi chiedeva risultati, robe da neuropsikiatra ziocàn. Poi la schiena come ciliegina. Praticamente non mi divertivo più. Così le chitarre belle blabla sono diventate tocchi di legno e basta. Io le mie battaglie le faccio così. Non ho ancora deciso quello che resta, una me la devo tenere perchè se vado al lìssio la uso per la ritmica, e la OBlack resta perchè non è una chitarra ma un quadro. Se riesco a vendere, mi prendo una buona ròspa dx e via di nuovo. Morto un papa se ne fa un altro ziobilly. Augh

En-chief-sitting-bull.jpg

Ci si apre agòi altri ed e ' bellissimo farlo o per cercare conferme o perche' queste sono gia' ben piantate in se.

Io propendo per il secondo caso.

Complimenti e… comunque vada sara' un seuccesso.

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Come sicuramente ho già raccontato, ho cominciato a suonare la chitarra (da autodidatta, allora in paese non esistevano scuole) a quindici anni, nel '73. Pur mancino seguii la strada dei legali, come la maggior parte dei mancini di allora penso, perchè manco si contemplava la possibilità di girarsi le corde e andare incontro a tutta quella serie di rogne. Mi accorsi quasi subito che qualcosa non andava. La mano destra non riusciva a seguire l'altra. Scioltezza, fermezza, ritmo, precisione... mi confrontavo con i miei amici di allora e vedevo chiare le deficenze che mi portavo appresso. Dopo un po' di anni ancora mi sfuggiva il plettro di mano, la ritmica di Long train running per me era utopia pura. Comunque andai avanti, si suonò, fui chitarra leader nei Coma BandaRock [lol] finchè tra alti e bassi un giorno cozzài su qualcosa di più duro della mia testa, mi resi conto che così non mi andava più bene, mollai tutto e cambiai vita. Tirai su un muro sulle cose di prima e ricominciai da zero. Vendetti tutto, mollai tutte le mie dipendenze giovanili, dalle Marlboro a tutto, ehm, il resto [-o< , presi moglie, generai figli e figlie e diventai un onesto padre di famiglia LavoroCasaChiesa.

Il fatto è che certe malattie che credi di aver sconfitto, in realtà non fanno altro che mettersi in background e aspettare il programma giusto per rilanciarsi. Così, sette-otto anni fa, dopo una ennesima operazione al ginocchio, per la quale sapevo che avrei dovuto restare fermo qualche tempo diventanto una bestia, decisi quella cosa che mi aveva sempre sottosotto ròso non poco: ripartire da zero mancinamente.

Il resto più o meno lo sapete.

Ora, dopo questa esperienza, potrei scrivere un trattato su ciò che succede al musicista dalla testa alle mani, perchè ho potuto viverlo. Ho capito perchè un destro mette la mano sinistra alla tastiera e non la destra (sembrerebbe logico il contrario no?). Ho vissuto (non sto esagerando) sfasamenti che si sono ripercossi fino nella vita normale al di fuori dell'atto di suonare, è stata una esperienza incredibile che mi ha fatto capire un mucchio di cose e agire di conseguenza.

 

Ora ciò che dice Andrea sopra è cosa giusta. L'esperienza si matura con gli anni e gli anni levano le scaglie dagli occhi, parlo degli anni che si attaccano alla tua groppa naturalmente. La decisione è sofferta, è data dalla contemplazione di cause, effetti e risultati positivi e negativi di questo, pur interessante e intenso, periodo, chiamiamolo artistico. Anche il fatto che la sete di suoni poi abbia rigenerato in me la sete di generatori di suoni, ho dovuto metterla sulla bilancia. Come ho detto nell'altro intervento, e senza contemplare anche il lato finanziario della cosa, mi stavano diventando una recriminazione quelle chitarre appese attorno, assetate di musica che non riesco a dare. Quasi una palla al piede, non so se mi potete seguire, una dipendenza psicologica che mi faceva fretta, che mi chiedeva risultati, robe da neuropsikiatra ziocàn. Poi la schiena come ciliegina. Praticamente non mi divertivo più. Così le chitarre belle blabla sono diventate tocchi di legno e basta. Io le mie battaglie le faccio così. Non ho ancora deciso quello che resta, una me la devo tenere perchè se vado al lìssio la uso per la ritmica, e la OBlack resta perchè non è una chitarra ma un quadro. Se riesco a vendere, mi prendo una buona ròspa dx e via di nuovo. Morto un papa se ne fa un altro ziobilly. Augh

En-chief-sitting-bull.jpg

Ci si apre agli altri ed e ' bellissimo farlo o per cercare conferme o perche' queste sono gia' ben piantate in se.

Io propendo per il secondo caso.

Complimenti e… comunque vada sara' un seuccesso.

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Mauro, la Explorer la devi tenere. Cioè, qui non parlo da amante del "fattore X", però insomma, è una tua creatura, in più, essendo una chitarra "di liuteria" (pur avendo usato i migliori materiali e quello che ti pare), non credo ti possa rendere molto in termini economici. Dai, non la puoi dare via, dimmi che te la tieni.

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Di là si parla di Alfa, di qua di Guzzi, insomma son contento di vedere che c'è ancora qualcuno che apprezza il vecchio ferro lombardo (anche se ormai di lombardo hanno pochino).

 

Io rimango col mio buon ferro toscano...

 

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Lulli,sò che non c'entra niente col forum,ma il tuo beagle ha mai avuto problemi alle zampe posteriori? Il mio da stamattina non riesce quasi a camminare e gli tremano [crying]

Oh povero!

No fino ad ora no, nessun problema (il mio ha sei anni). L'unica volta che zoppicava aveva una scheggia sotto una zampa, ma se gli tremano entrambe le zampe non so davvero. Magari se è anziano e vive fuori potrebbe essere il freddo che peggiora qualche acciacco articolare, portalo dal veterinario o prova a tenerlo qualche ora al caldo.

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Striker, c'è il pastore tedesco della mia fidanzata che da tempo si trascina le gambe posteriori a causa di un problema all' anca. Si muove con un po di difficoltà povera bestia. Ma quello è causato dall' età credo. Quanti anni ha il tuo cagnolino?

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